Sentivo da tempo che il mio senso di disagio latente era legato alla mia incapacità di “lasciare andare”. Credendo fermamente che ognuno possegga, e quindi possa trovare in sé, le risorse per raggiungere una serenità interiore, ho deciso di cercare una forma di meditazione dinamica quale mezzo per venirci in contatto ed ho incontrato il Rebirthing.
Ora, diversi mesi dall’inizio del percorso, sento che questa pratica mi è di aiuto e che potrà essere un mio compagno di vita. Ho sempre creduto che alla nascita siamo “completi”, di infinite capacità, e che durante nostro percorso, la vita ci “formatta” con condizionamenti famigliari, sociali, culturali = giudizi, aspettative = limiti…PAURE…. che distolgono la nostra attenzione da quello che siamo veramente o che possiamo diventare! Come liberarsene? Attraverso il respiro? E’ davvero semplice? Allora ci sto provando e piano piano sento. Venire in contatto con quello che sento e imparare a conoscerlo è già un grandissimo traguardo per me. Entrare in contatto con mio respiro e sensibilizzarmi verso quello degli altri implica una condizione di ascolto che, al contrario dello stato del continuo agire che ci infligge la società , svolge un’azione liberatoria. Ci sto provando. Per ora mi sento meno reattiva, più distaccata dai giudizi degli altri e meno pronta a giudicare me stessa e gli altri. Cerco di allontanarmi dalle negatività riconoscendo in loro delle vecchie dinamiche e paure che mi bloccano ….ecco l’apnea ....mio respiro bloccato nei momenti di tensione, di “pericolo” e di forte emotività/esposizione.
Desidero sempre di più entrare in questa diversa prospettiva, di “sentire + ascoltare” (venire in contatto con me stessa e gli altri senza giudizi) piuttosto che “pensare + parlare” (usare parole e linguaggi che che mi rivestono di interpretazioni, condizionamenti…giudizi).
La mia prima sessione di Rebirthing si è svolta durante un incontro di gruppo. Dopo aver iniziato la respirazione circolare, ho sentito una rigidità progressiva attraversare, in particolare, le arti superiori e più che respiravo, più che le arti si ritiravano addirittura. La tetania. Ho provato una grande paura ma l’istruttore (in questo caso Matteo) mi ha guidato, rassicurandomi che non c’era motivo di averne paura e che, continuando a respirare, l’avrei superata, sciolta. Infatti, è stato così. Dopo, per quanto era stata intensa la prima parte, la seconda, l’integrazione, è stata dolce e serena. Aver Incontrato e gestito/sciolto quella mia rigidità continua ad insegnarmi molto riguardo alle mie paure. Ho realizzato che se i miei blocchi (rigidità) hanno un effetto diretto sulla mia respirazione (apnea… controllo) allora è in effetti “logico” che la mia respirazione possa avere un effetto diretto sui miei blocchi (scioglimento, fluidità, liberazione).
Quindi progressivamente e con una certa costanza sento aumentare la mia fiducia (perché ora sento che gli ostacoli che incontro possono rappresentare opportunità di crescita, richieste di scioglimento) e autostima e quindi la speranza di andare sempre più verso una consapevole, serena autodeterminazione…..…tutto piano, piano …..un po’ alla volta…..
Emma….work in progress